CronacaScuola, ministro Bianchi: «Urge riforma complessiva. Troppi abbandoni e troppi precari»

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Scuola, ministro Bianchi: «Urge riforma complessiva. Troppi abbandoni e troppi precari»

Per effettuare una riforma del ministero dell'Istruzione e della governance complessiva, rafforzando le strutture del sistema scolastico, il Ministro punta sulle risorse del Piano di ripresa e resilienza che è stato presentato alla Commissione europea lo scorso 30 aprile

Inserito da (Maria Abate), martedì 4 maggio 2021 11:46:34

«Il ministero così come è oggi, non è più in grado di organizzare la specificità e la complessità dei compiti. Stiamo ampliando l'età dell'educazione dai 0 anni fino alla formazione continua: serve un dipartimento che si occupi di formazione tecnica superiore, dobbiamo mettere mano all'organizzazione del ministero e degli organi decentrati», ha detto il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, in occasione dell'audizione sulle linee programmatiche del suo dicastero.

Riforme

Per effettuare una riforma del ministero dell'Istruzione e della governance complessiva, rafforzando le strutture del sistema scolastico, il Ministro punta sulle risorse del Piano di ripresa e resilienza che è stato presentato alla Commissione europea lo scorso 30 aprile.

«Il Mef ci ha riconosciuto gli organici del passato e ha dato qualcosa in più. Nei prossimi 10 anni avremo 1 milione e 400 mila ragazzi in meno, avremmo quindi dovuto avere tanti insegnanti in meno. Abbiamo bisogno di prof per avere classi più piccole e aumentare il tempo scuola. Dobbiamo uscire dalla meccanica lineare "tot docenti-tot studenti". Abbiamo bisogno anche di più dirigenti. I dirigenti hanno una funzione fondamentale, non abbiamo dato il giusto peso alla gravosità degli impegni che hanno avuto, va e andrà riconosciuto di più nel confronto contrattuale», ha spiegato.

 

Diritto allo studio

«La pandemia - ha spiegato - ha esasperato le diversità e messo a nudo delle situazioni non più sostenibili come il diritto allo studio: abbiamo un indice insostenibile di dispersione scolastica. C'è una dispersione esplicita, di chi non riesce a raggiungere titolo di studio, e chi lo consegue ma non ha le competenze adeguate. Dobbiamo iniziare fin dall'estate a fare un ponte verso l'anno prossimo usando fondi già in carico al ministero, 150 milioni. Altri 320 milioni li metteremo a disposizione per una struttura di supporto che dall'estate si proietti all'anno prossimo: inizieremo ad avere una scuola più aperta e interattiva col territorio, come parte di una nuova fase di scuola. Altri 40 milioni li dedichiamo alla povertà educativa con progetti che si rivolgono alle aree periferiche e marginali: è una azione che va vista nella logica di un riequilibrio».

Precarietà

«Abbiamo il tema del transitorio: come recuperare coloro che hanno accumulato esperienza e che hanno bisogno di stabilità - ha detto il ministro dell'Istruzione -, su quasi 500 mila posti comuni, abbiamo oltre 200 mila docenti a tempo determinato con situazioni diverse: la cosa sbagliata è trattarli tutti allo stesso modo: sono persone con esperienze, titoli e esperienze diverse. Stiamo ragionando col Mef per capire come riconoscere titoli e merito diversi e permettere di far confluire queste persone all'interno di una visione stabile per far partire la macchina di una assunzione regolare e continua».

Quanto al pensionamento di chi ha raggiunto ormai un'età avanzata e ancora insegna: «Bisogna programmare le uscite degli insegnanti: con l'Inps siamo riusciti ad avere per tempo le previsioni di uscita di quest'anno e dei prossimi 10 anni e ci vuole anno per anno la possibilità di reclutamento che tenga conto delle uscite per garantire continuità e stabilità nei processi di reclutamento. Inoltre la professione del docente va riconosciuta anche in termini salariali, servono carriere più articolate per i docenti e tutto il personale delle scuole».

(Foto: Fb Ministero dell'Istruzione)

 

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