CronacaUccide l’ex in strada e poi si suicida. Acitrezza piange Vanessa, che aveva denunciato per stalking ma invano

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Uccide l’ex in strada e poi si suicida. Acitrezza piange Vanessa, che aveva denunciato per stalking ma invano

L’uomo, che era stato denunciato per stalking dalla ragazza, era sottoposto al divieto di avvicinamento. Dopo l’omicidio si è dato alla fuga e poi si è suicidato

Inserito da (Maria Abate), martedì 24 agosto 2021 08:41:30

Una 26enne, Vanessa Zappalà, è stata uccisa con diversi colpi di arma da fuoco nella notte del 23 agosto, mentre passeggiava in compagnia di amici sul lungomare di Acitrezza, frazione marinara di Aci Castello, nel Catanese. A sparare l'ex fidanzato della vittima, Antonino Sciuto, 38enne, che si sarebbe avvicinato a lei con la scusa di chiedere un chiarimento. Nella sparatoria è rimasta ferita di striscio alla spalla un'amica della vittima.

L'uomo, che era stato denunciato per stalking dalla ragazza, era sottoposto al divieto di avvicinamento. Dopo l'omicidio si è dato alla fuga e immediatamente la Procura ha allertato aeroporti e porti per evitare che si dileguasse.

Ma, durante le ricerche, i Carabinieri l'hanno trovato suicida in un casolare davanti al quale avevano riconosciuto la Fiat 500 presa a noleggio per commettere l'omicidio, al cui interno sono stati trovati altri 28 proiettili pronti per l'uso.

«Era convito di essere un "padre padrone"», accusa il papà di Vanessa, Carmelo Zappalà, che ricostruisce la dinamica dell'omicidio: «lei ha cercato di scappare, ma lui ha presa per i capelli e le ha sparato». «Stava sempre davanti casa nostra. Abbiamo scoperto che aveva piazzato un Gps sotto l'auto di mia figlia. Era riuscito a intrufolarsi nel giardino di casa nostra, per sentire cosa dicevamo attraverso un tubo», ha detto a Repubblica. Per i vicini di casa della 26enne, che lavorava in un panificio, quella della notte scorsa è stata «una tragedia annunciata». Lui la «molestava, l'aspettava per ore davanti casa, la insultava», racconta tra le lacrime una vicina.

Da inizio anno sono 38 i casi di femminicidio in Italia. Donne uccise da chi diceva di amarle, per un 'no', per un rifiuto, perché non si accetta la fine di una relazione. Uccise, nella maggior parte dei casi, da compagni, mariti, fidanzati.

Ma non è un fatto privato morire per mano di un uomo: è il fallimento della politica e dello Stato che non sono in grado di proteggere le proprie cittadine. Le leggi ci sono, è l'applicazione che a volte fa acqua.

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