Flusso di CoscienzaIntervista del TG2 al direttore di Avvenire: "c'è bisogno di responsabilità, misura, precisione e di grande umanità"

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Intervista del TG2 al direttore di Avvenire: "c'è bisogno di responsabilità, misura, precisione e di grande umanità"

Con Daniele Rotondo nella redazione romana di Avvenire per intervistare il direttore Marco Tarquinio

Inserito da (admin), mercoledì 25 marzo 2020 19:25:18

Come cambia in questi giorni il lavoro dei giornalisti?

E' la domanda che si sono posti alla redazione del TG2 inviando il collega Daniele Rotondo presso la redazione di Avvenire, il quotidiano della CEI, la conferenza episcopale italiana, fondato nel 1968 a Milano.

All'interno delle redazioni di Milano e Roma, semi deserte, il direttore ha risposto alle domande del giornalista RAI.

«Abbiamo ridotto all'essenziale le figure presenti nelle nostre sedi, in quella centrale di Milano e in quella di roma» Esordisce il direttore Marco Tarquinio.

Alla domanda "Lo smart working irrigidisce anche in qualche modo i ruoli all'interno delle redazioni?" il direttore ha risposto diretto: «Io lo chiamo, non da oggi, "hard working", perchè è un lavoro duro che occupa, molto spesso, tutta la giornata di lavoro delle persone»

Incalzato dal collega Rotondo "C'è un peccato veniale che, dal suo punto di vista, la stampa ha commesso?" Tarquinio ha espresso in modo eloquente, quasi ad ammonire tutto il mondo del giornalismo moderno: «Alcuni peccati veniali sono nell'ordine delle cose, di sottovalutazione o sopravvalutazione di alcuni elementi. Io credo che, mai come in questo momento, i giornalisti si stanno rendendo conto che fare un pezzo significa "impastare" parole con la vita della gente: la vita e la morte della gente. Se davanti a questo non siamo capaci di responsabilità, di misura e di precisione, con grande umanità, allora non serviamo a molto.»

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