PoliticaDe Luca contro la tassa di successione proposta dal PD: «È sconcertante. Serve lavoro, non i soldi»

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De Luca contro la tassa di successione proposta dal PD: «È sconcertante. Serve lavoro, non i soldi»

Prima era il coprifuoco, adesso è la tassa di successione il fronte dello scontro all’interno della maggioranza. De Luca, nella diretta di oggi pomeriggio, l'ha liquidata come "sconcertante"

Inserito da (Maria Abate), venerdì 28 maggio 2021 17:07:59

Prima era il coprifuoco, adesso è la tassa di successione il fronte dello scontro all'interno della maggioranza.

Nel varare il decreto Sostegni bis, un pacchetto di aiuti da 40 miliardi per sostenere imprese e lavoratori, la proposta del Partito Democratico a favore della tassa di successione, non è stata considerata, ma sta facendo discutere.

«Non ne abbiamo mai parlato, non l'abbiamo mai guardata ma non è il momento di prendere i soldi ai cittadini ma di darli. L'economia è ancora in recessione», ha commentato il Presidente del Consiglio Mario Draghi.

Le persone che ricevono in eredità beni immobili e diritti reali immobiliari hanno l'obbligo di presentare la dichiarazione di successione e pagare, se dovuta, l'imposta di successione. Si tratta di una aliquota del 4% del valore netto se l'erede è il coniuge o un parente in linea retta, con una franchigia di un milione di euro; del 6% sul valore complessivo netto eccedente i 100mila euro, se l'erede è fratello o sorella o parente fino al quarto grado; dell'8% in tutti gli altri casi.

La proposta del leader del Pd, Enrico Letta, era quella di intervenire sulle donazioni o sulle eredità superiori a 5 milioni di euro, portando al 20% l'aliquota massima di tassazione per le donazioni e recuperando 2,8 miliardi di euro.

Un modo per creare un fondo e destinare un assegno da diecimila euro al compimento dei diciotto anni a giovani con un reddito medio-basso, sulla base del reddito Isee, da spendere in formazione e istruzione, lavoro e piccola imprenditoria, casa e alloggio. Un'iniziativa che avrebbe coinvolto 280mila maggiorenni, circa la metà dei diciottenni italiani.

«Per la dote ai diciottenni sarei disposto di venire a patti anche sulla legge elettorale. Il mio sogno è trattenere i ragazzi in Italia. Il problema del nostro Paese è che non fa più figli. Ci vuole una dote per i giovani, finanziata con una parte dei proventi della tassa di successione, e un accesso ai mutui-abitazione», aveva detto il segretario dem in un'intervista al settimanale Sette de Il Corriere della Sera.

Dell'argomento si è occupato anche il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, nella consueta diretta Facebook del venerdì: «Abbiamo fatto un piano per ringiovanire la pubblica amministrazione, inserendo figure professionali nuove. Vorremo dare lavoro ai giovani, non il bonus. È sconcertante da parte dello Stato aver pensato al regalo prelevandolo con la tassa di successione. Serve lavoro, non i soldi. Aiutiamo soprattutto figli della povera gente. Non dobbiamo dare neanche un euro senza ricevere una prestazione di lavoro o di formazione. Con diecimila euro non possono avviare neppure attività imprenditoriali. I regali finanziano la manovalanza della malavita in molte parti del Sud».

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