Tu sei qui: CronacaNocera: scampò a 14 colpi di pistola, fermate due persone per l'agguato Amoruso
Inserito da (Maria Abate), lunedì 19 aprile 2021 13:07:43
Lo scorso 13 aprile a San Marzano sul Sarno, in provincia di Salerno, si verificò un agguato a Carmine Amoruso, collaboratore di giustizia, in passato legato al clan Giugliano di Poggiomarino.
I killer hanno esploso 5 colpi di pistola contro l'automobile del 36enne, che è stato raggiunto dalle pallottole a una spalla. Con la vettura ormai inutilizzabile, la vittima si è fermata in via Gramsci, ha bloccato una Fiat Doblò, picchiato il conducente e preso il suo veicolo per raggiungere l'ospedale di Sarno.
Nel 2009 Amoruso scampò a un agguato a Poggiomarino: i sicari uccisero un innocente che gli somigliava.
Nelle prime ore della mattinata di oggi, 19 aprile, a Pagani, la Squadra Mobile della Questura di Salerno e il Reparto Territoriale Carabinieri di Nocera Interiore hanno eseguito, congiuntamente, un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di Rosario Giugliano, detto ‘o minorenn, sessantenne di Poggiomarino, e di Nicola Francese, trentunenne di Pagani, entrambi gravemente indiziati dei delitti di tentato omicidio pluriaggravato da premeditazione e dal metodo mafioso e di detenzione illegale di più armi comuni da sparo.
I due indagati sono accusati di essere gli autori materiali dell'agguato commesso il 13 aprile scorso. Amoruso da pochi mesi era spontaneamente uscito dal programma di protezione accordatogli quale collaboratore di giustizia ritornando sul territorio e stabilendosi nell'agro nocerino-sarnese.
Il provvedimento precautelare, oltre che sugli elementi investigativi assunti nell'immediatezza dell'attentato omicidiario, è fondato sulle risultanze di più complesse indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, nei confronti delle organizzazioni criminali operanti nel territorio del distretto di Salerno e sulle ramificazioni camorristiche esistenti tra l'agro nocerino-sarnese e l'hinterland napoletano.
Rosario Giugliano risulta avere accumulato condanne per complessivi anni 227, mesi 7, giorni 28 di reclusione, ridotti ex art. 78 c.p. ad anni 30.
Come emerge dalla sentenza n. 34/2000, emessa in data 14/28.11.2000 dalla I Sezione della Corte d'Assise di Napoli, egli risulta partecipe della cosiddetta "strategia della dissociazione", elaborata da Angelo Moccia. Fu scarcerato l'8 marzo 2020, dopo aver usufruito di vari periodi di semilibertà e detenzione domiciliare, venendo contestualmente sottoposto alla misura di prevenzione della libertà vigilata per 3 anni.
La ricostruzione del tentato omicidio per cui si procede si fonda, in special modo, su conversazioni tra presenti intercettate all'interno di un locale mansardato in Pagani che Giugliano si era procurato adibendolo a sua base operativa ove pianificava le attività criminose.
L'agguato ai danni di Amoruso non è andato a buon fine a causa dell'inceppamento di una delle due pistole utilizzate e per la pronta reazione della vittima, che, nonostante il ferimento, riusciva ad ingranare la retromarcia ed allontanarsi velocemente.
L'eliminazione di Amoruso era stata pianificata, sia per assicurarsi il predominio del controllo criminale di quella porzione territoriale dell'agro nocerino-sarnese ove lo stesso, dopo la scarcerazione, era deciso ad affermare la propria presenza criminale, sia perché la vittima veniva ritenuta da Giugliano come ostacolo agli interessi economici suoi e della sua organizzazione criminale.
La Direzione Distrettuale Antimafia provvederà ora a sottoporre gli elementi raccolti alla valutazione del GIP di Nocera Inferiore per la convalida del fermo.
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