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Cronaca

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Uccise il padre violento per difendere la madre, pm “costretto” a chiedere per il 20enne 14 anni di carcere

Quella sera, Alex, che lo stesso pm ha definito "un bravo ragazzo, serio e studioso", intervenne nella lite e vibrò al padre 34 fendenti con 6 coltelli diversi

Inserito da (Maria Abate), martedì 9 novembre 2021 08:30:16

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Il 30 aprile 2020 a Collegno (in provincia di Torino), un 20enne uccise il padre per difendere la mamma nel corso dell'ennesima violenta lite.

A più di un anno di distanza, il pm Alessandro Aghemo ha chiesto 14 anni di carcere per Alex Pompa, dicendosi "costretto" a proporre una pena così elevata e invitando la Corte di Assise di sollevare una questione di legittimità costituzionale sulla norma che impedisce di concedere la prevalenza delle numerose attenuanti.

La vittima, Giuseppe Pompa, 52 anni, è stata descritta come una persona "ossessiva, aggressiva, molesta e problematica". La moglie, Maria Caiola, ha raccontato come nelle ore precedenti all'omicidio era stata chiamata "101 volte" da lui per questioni di gelosia, aggiungendo che nel corso dei mesi lei e i figli registravano con il cellulare le sue continue sfuriate "perché pensavamo che ci avrebbe ammazzato".

Quella sera, Alex, che lo stesso pm ha definito "un bravo ragazzo, serio e studioso", intervenne nella lite e vibrò al padre 34 fendenti con 6 coltelli diversi. Una successiva perizia ha definito il giovane sofferente di una sindrome post-traumatica provocata dal comportamento paterno.

"Giuseppe - ha osservato il pm - si comportava in maniera ingiustificabile, ma ha pagato con la vita. Una pena più alta di quella che avrebbe meritato". Il magistrato ha comunque aggiunto che "era l'artefice delle sofferenze del figlio" e ha chiamato in causa le attenuanti generiche e della provocazione 'per accumulo'. "Ma il codice - ha concluso - mi impedisce di chiedere la prevalenza delle attenuanti sull'aggravante del vincolo di parentela e quindi una pena inferiore. Valutino i giudici se questa norma è ragionevole".

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