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Agricoltura, Campania, pomodoro, colture, emergenza

Emergenza pomodoro, perso il 20% delle colture. Caputo: «Valuteremo ristori, ma occorrono strategie a lungo termine»

«Milleduecento ettari di prodotto non raccoglibile, il 20% della produzione di pomodoro perso con danni di milioni di euro. Mi attiverò da subito in sinergia con le altre regioni colpite per chiedere al Governo forme straordinarie di ristoro per i danni subiti da aziende già provate da una fase economica difficile», assicura

Inserito da (Maria Abate), giovedì 12 agosto 2021 11:10:05

Ieri, mercoledì 11 agosto l'assessore regionale all'agricoltura Nicola Caputo ha partecipato a un tavolo straordinario con le Organizzazioni agricole e le Op interessate (Cia, Colditretti, Confagricoltura, Copagri, l'OI Pomodoro Centro Sud Italia e Anicav) per affrontare l'emergenza per quanto riguarda la raccolta e il conferimento alle industrie di trasformazione del pomodoro.

«Le elevate temperature di queste settimane - spiega Caputo - hanno accelerato il processo di maturazione del prodotto, la carenza di manodopera, ma soprattutto la mancanza di autisti per trasportare i pomodori verso le industrie di trasformazione stanno determinando una situazione pericolosa con tonnellate di pomodoro maturo nei campi che rischia di deteriorarsi senza la possibilità di poterlo trasferire presso le aziende di trasformazione».

«Milleduecento ettari di prodotto non raccoglibile, il 20% della produzione di pomodoro perso con danni di milioni di euro. Mi attiverò da subito in sinergia con le altre regioni colpite per chiedere al Governo forme straordinarie di ristoro per i danni subiti da aziende già provate da una fase economica difficile», assicura.

Ai problemi strutturali della difficoltà a reperire manodopera specializzata si sono aggiunti quelli contingenti dovuti alla crisi sanitaria, gli eventi meteorologici fuori stagione, come le gelate d'aprile e l'eccezionale ondata di calore delle ultime settimane. A questi dati si aggiunge ancora la difficoltà a reperire autisti per il traporto della merce dalle aziende produttrici a quelle di trasformazione.

«Vanno trovate soluzioni definitive come l'attivazione di canali che permettano la collocazione di lavoratori specializzati provenienti da altri paesi. Intanto, i danni sono già ingenti, per questo ho chiesto alle aziende di documentare in modo puntuale i danni subiti, allo stesso tempo mi attiverò per esplorare la possibilità di chiedere forme di ristoro per le imprese danneggiate. Questa è una emergenza - conclude Nicola Caputo - e va affrontata come tale, ma bisogna anche cominciare a ragionare in un'ottica di migliore utilizzo degli strumenti di gestione del rischio. L'agricoltura è l'attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici e gli strumenti di gestione del rischio devono trovare, nella nostra regione, maggiore applicazione trasformandosi in elementi centrali per un'agricoltura moderna e capace di guardare al futuro».

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