Occhi su Salerno Costiera Amalfitana

Cgil Salerno e Spi Cgil Salerno hanno organizzato una manifestazione per il 27 novembre, alle ore 9.30, presso il palazzo della Provincia, Salone dei Bottiglieri, denominato "Verso lo sciopero Generale del 1° dicembre".

I lavori saranno presieduti da Arturo Sessa Segretario Generale dello SPI di Salerno. Dopo i saluti del Dott. Vincenzo Napoli, Sindaco di Salerno e dell'Avv. Franco Alfieri Presidente della Provincia di Salerno, i lavori saranno introdotti da Antonio Apadula, Segretario Generale della CGIL di Salerno.

Interverranno la Senatrice Mariolina Castellone (M5S), l'Onorevole Franco Mari (Sinistra Italiana), l'Onorevole Piero De Luca (Partito Democratico) e Nicola Ricci, Segretario Generale Regionale CGIL Napoli-Campania. La Manifestazione sarà conclusa da Franco Tavella, Segretario Generale Regionale SPI CGIL Napoli-Campania.

Un incontro propedeutico allo sciopero del 1° dicembre programmato dalla Cgil contro la legge di bilancio, «che penalizza il paese, i lavoratori ed i pensionati».

Il Sindacato è contro questa legge di bilancio "perché:

• Non c'è risposta all'emergenza salariale: l'aumento in busta paga non ci sarà inficiando i salari già falcidiati dall'inflazione.
• Non incrementa la spesa sanitaria ma continua ad indebolire il servizio sanitario nazionale spingendo i cittadini verso la sanità privata.
• Taglia le risorse alla scuola pubblica, alle politiche sociali, alla disabilità e non prevede fondi per la non-autosufficienza, rendendo vana la legge 33/2023.
• Conferma e peggiora la legge Fornero che il governo diceva di voler cancellare.
• Non prevede nessun investimento concreto per migliorare la vita e il lavoro delle donne.
• Porta avanti una riforma fiscale che, a parità di reddito, tassa di più i salari e le pensioni rispetto ai profitti delle rendite finanziarie ed immobiliari e al lavoro autonomo benestante.
• Non investe in salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
• Non prevede politiche industriali in grado di creare lavoro buono e ben retribuito soprattutto per i giovani e non interviene contro la precarietà.
• Taglia gli investimenti pubblici e sulle infrastrutture, dimenticando il Mezzogiorno".