Tu sei qui: GourmetIl maestro pasticciere Giuseppe Pepe tra i protagonisti di Cucinapoli a Ravello, l’evento della Fondazione Isaia
Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), giovedì 17 luglio 2025 16:43:04
Di Emilia Filocamo
Cos’è una firma? Una firma è una testimonianza, una radice, un' origine e, allo stesso tempo, una direzione che conduce, a ritroso, ad un pensiero, ad una intuizione, ad un desiderio e ad un progetto che poi, finalmente, trova forma e compiutezza. Con Giuseppe Pepe, maestro pasticciere dell’omonima nota pasticceria di Sant’Egidio del Monte Albino, protagonista di Cucinapoli, la firma diventa qualcosa di più: è retaggio familiare, è ricordo di chi adesso, purtroppo assente, ha indicato una rotta, tracciato un solco indelebile, è soprattutto territorio, esperienza, tradizione, rispetto. Ancora una volta partiamo dal parallelismo tra cucina e sartoria per poi comprendere, senza troppe difficoltà, che questo gioco ci sta ormai portando da giorni molto lontano e verso direzioni davvero impreviste, ma tutte ugualmente piacevoli.
Maestro Pepe, i sarti, gli stilisti, hanno una firma inconfondibile rappresentata dalla tipologia di stoffa utilizzata o preferita, da un modello o da un particolare con cui vengono identificati e facilmente riconosciuti. La firma inconfondibile della Pasticcerie Pepe è? Gli ingredienti, tutto parte da questo, da ingredienti di grande qualità e, fortunatamente, viviamo in un territorio estremamente generoso. Penso alla famosa albicocca pellecchiella del Vesuvio, grazie alla quale siamo stati i capostipiti nella realizzazione del panettone con la pellecchiella, ma penso anche al Cilento con lo straordinario fico bianco o alla nostra S.Egidio con i suoi agrumi. Non a caso la Delizia San Gilio, uno dei nostri cavalli di battaglia, è un dolce composto da un babà bagnato dall’arancia del territorio, farcito con panna e latte di bufala e completato poi da una glassa all’arancia. Posso quindi dire senza alcun dubbio che la nostra firma è il territorio.
Al Caruso, il prossimo 20 luglio, in un eccellente binomio tra enogastronomia e sartoria, si celebra la solidarietà. Lei quando sente di aver fatto non solo bene ma anche del bene? Quando si sente completo da questo punto di vista? Credo che in questo campo non ci si senta mai davvero completi. Certo, cerchiamo di dare il nostro contributo grazie alla collaborazione con alcune associazioni. Ogni anno aggiungiamo una nuova partecipazione o nuove attività a quelli che sono i nostri appuntamenti fissi come Festa a Vico o i Buonissimi. Credo che come ambasciatori del territorio, sia nostro compito non solo celebrarlo attraverso l’utilizzo degli ingredienti eccezionali che abbiamo a disposizione, ma anche e soprattutto impegnandoci a fare del bene. L’intervista con il maestro pasticciere Pepe si chiude qui: provo una certa malinconia nel pensare che il mio gioco cucina/ sartoria sta quasi per giungere al termine. Il 20 luglio è ormai alle porte: porte che si spalancheranno sul gusto ma soprattutto sulla solidarietà. Perché non c’è buono che tenga se non fa, davvero, anche del bene.
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