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Tu sei qui: PoliticaMario Draghi riprende i colloqui con i partiti per una maggioranza allargata, giuramento entro venerdì
Scritto da (Maria Abate), lunedì 8 febbraio 2021 09:47:51
Ultimo aggiornamento lunedì 8 febbraio 2021 09:47:51
Finito il primo giro di consultazioni, si entra nel vivo con il secondo round. L'ultimo, probabilmente. Mario Draghi ha trascorso la domenica nella campagna umbra di Città della Pieve, impegnato in diversi colloqui telefonici tra cui quello con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al quale ha detto che dovrebbe sciogliere la riserva entro la settimana.
Agli atti resta il breve discorso tenuto mercoledì da Draghi al Quirinale e che reca impresse le grandi priorità per portare il Paese fuori da quella che ha definito una crisi economica, sanitaria, sociale ma anche culturale ed educativa.
In cima all'agenda l'ex presidente della Bce porrà la gestione dell'emergenza sanitaria e un'accelerazione del piano vaccinale, unica via per poter costruire il rilancio. Subito il governo dovrà affrontare il nuovo Dpcm anti contagio e varare il decreto con i ristori per i quali il Parlamento aveva approvato uno scostamento di bilancio da 32 miliardi. Poi il grande progetto cui mettere mano è il Recovery plan e i partiti si aspettano di capire meglio, nel secondo giro di consultazioni, se il nuovo premier intende riscriverlo o ripartire dalla bozza del governo Conte, nel segno di maggiori investimenti e meno bonus.
Tra i primi dossier spinosi che Draghi avrà sul tavolo c'è poi la fine del blocco dei licenziamenti, prevista a fine marzo.
Partono, adesso i colloqui con i partiti. Oggi pomeriggio toccherà ai partiti piccoli: dalle 15 con il gruppo Misto della Camera fino alle 17.30 con le Autonomie (in mezzo, il Movimento italiani all'estero, Azione, +Europa, i radicali, Noi con l'Italia, Cambiamo, Centro democratico). Martedì, giornata densa dalle 11 alle 17.15. I primi a sedersi di nuovo al tavolo con Draghi saranno i cosiddetti 'responsabili', il gruppo di Europeisti-Maie-Centro democratico nato al Senato dopo le dimissioni di Conte. Poi Leu, Italia viva, Fratelli d'Italia, Pd, Forza Italia, Lega e M5s.
L'obiettivo è quello di far incastrare tutti i tasselli di una nuova allargatissima maggioranza (dal Pd e Leu fino alla Lega, dal M5s a Forza Italia), salire al Quirinale con il puzzle finito e sciogliere la riserva dell'incarico ricevuto il 3 febbraio.
Nella migliore delle ipotesi, il premier incaricato e la sua squadra potrebbero giurare entro venerdì 12.
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