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Tu sei qui: Salute e BenessereCava de' Tirreni: oltre 15mila firme per rafforzare ospedale e 118
Scritto da (Redazione Costa d'Amalfi), martedì 5 ottobre 2021 10:35:13
Ultimo aggiornamento martedì 5 ottobre 2021 10:35:13
Oltre 15mila firme per rafforzare l'ospedale di Cava de' Tirreni ed il servizio del 118. E' il risultato del lavoro dei Comitati Uniti per la difesa dell'Ospedale di Cava de' Tirreni e il diritto alla salute, da sempre impegnati nella tutela della sanità cavese (e non solo).
Dopo la battaglia per riaprire il reparto di rianimazione al "Santa Maria Incoronata dell'Olmo", i membri dei Comitati Uniti hanno deciso di perseguire nuovi obiettivi: il ripristino del reparto di ginecologia, o in alternativa un ambulatorio h24, il potenziamento dell'organico, vista la carenza di medici in diverse divisioni, e salvaguardare il servizio di emergenza territoriale. Per fare questo si è pensato ad una petizione da inviare alle massime autorità cittadine, regionali e statali.
«La cifra esatta sarà comunicata fra una decina di giorni - spiega Paolo Civetta al quotidiano "Il Mattino" - quando finiremo di raccogliere i moduli che sono stati distribuiti nei vari negozi e punti vendita cittadini. É evidente che si tratta di una cifra approssimativa. Di certo c'è stata una grande partecipazione dei cavesi, a dimostrazione del grande interesse e soprattutto del bisogno di sicurezza in ambito sanitario. Per troppo tempo non si è fatto nulla davanti al continuo depotenziamento del nostro ospedale: una lenta agonia. Ora è venuto il momento di dire basta».
I Comitati Uniti stanno lavorando per organizzare una manifestazione. Tra le richieste, maggiore chiarezza sul destino del Santa Maria dell'Olmo ed, in particolare, quali sono i programmi e le scelte della direzione dell'azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona per il presidio cavese. Parallelamente, i Comitati denunciano le difficoltà degli operatori sanitari per il 118 e, soprattutto, il mancato arrivo di nuovi medici: «Il personale ed i mezzi sono scarsi - spiegano - e soprattutto non vengono ben filtrate le chiamate e di conseguenza si impegnano ambulanze e personale per interventi che si rivelano da codice bianco, con il rischio che se si verifica un codice rosso l'ambulanza ed il medico non ci sono o semmai devono arrivare da un comune vicino. Se va avanti così nessun medico vorrà più lavorarci».
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