Tu sei qui: Salute e BenessereDa lunedì "Immuni" funzionante in tutta Italia, l'app mappa il contagio nel rispetto della privacy
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), venerdì 12 giugno 2020 10:20:07
«Da lunedì potrà essere scaricata in tutto il territorio nazionale e sarà operativa l'app Immuni. La potete scaricare con sicurezza, serenità e tranquillità, perché tutela la privacy, ha una disciplina molto rigorosa, non invade gli spazi privati», ha annunciato il premier Giuseppe Conte.
Finora, l'app creata per combattere l'epidemia di COVID-19, avvertendo tempestivamente gli utenti di essere entrati in contatto stretto con un soggetto risultato positivo, è stata scaricata da 2,2 milioni di italiani. L'applicazione, infatti, è scaricabile sugli smartphone dal primo giugno e da lunedì scorso è partita in quattro Regioni (Puglia, Abruzzo, Marche e Liguria). Da lunedì 15 giugno sarà funzionante in tutta Italia.
Immuni è stata progettata e sviluppata ponendo grande attenzione alla tutela della privacy. Grazie all'uso della tecnologia Bluetooth Low Energy, il contact tracing avviene senza raccogliere dati sull'identità o la posizione dell'utente. I dati, raccolti e gestiti dal Ministero della Salute e da soggetti pubblici, sono salvati su server che si trovano in Italia. I dati e le connessioni dell'app con il server sono protetti.
Il decreto Mef 3 giugno 2020 pubblicato sulla Gazzetta ufficiale 144 dell'8 giugno 2020 ha predisposto le specifiche di accesso e i dati che saranno oggetto di comunicazione. Gli operatori del dipartimento di Prevenzione della Asl appositamente autorizzati dovranno comunicare al backend dell'app i dati relativi al contagio tramite la piattaforma TS (Tessera Sanitaria), previa autorizzazione dei positivi al Covid-19. In sintesi, l'operatore sanitario che rileverà la positività del tampone, dovrà anche chiedere se lo stesso ha installato l'app Immuni sul proprio cellulare. Ad ogni modo, il download dell'app non è obbligatorio.
A chi teme di intaccare la propria privacy scaricando Immuni, il generale Umberto Rapetto, già comandante del GAT della GdF, spiega: «Non sarà di certo l'app a tracciare i cittadini. Siamo già tracciati a tutte le ore per nostra inconsapevole decisione. Abbiamo dato poco peso al bancomat e alla carta di credito, ci siamo dimenticati del Telepass, ci siamo serviti di 'hot spot' o accessi gratuiti ad Internet nei luoghi pubblici, siamo stati felici del piccolo sconto ottenuto con le 'fidelity card', non abbiamo rimosso i 'tag' geografici alle foto, ci siamo entusiasmati con i navigatori satellitari e abbiamo lasciato che il nostro GPS spedisse a Google ogni nostra posizione per farci poi chiedere se quel posto ci è piaciuto davvero».
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