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Ospedale di Sapri, chiusa l’Unità Operativa di Ostetricia: il disappunto della CISL FP Salerno

Con la delibera regionale n. 418 del 23 giugno 2025 è stata sancita la chiusura dell’Unità Operativa di Ostetricia per il numero insufficiente di parti annui. Dal 1° settembre le emergenze sono trasferite a Vallo della Lucania. La CISL Funzione Pubblica Salerno denuncia «assenza di riorganizzazione, ferie forzate e mancato confronto con i sindacati».

Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), venerdì 5 settembre 2025 10:17:21

La delibera regionale n. 418 del 23 giugno 2025 ha sancito la chiusura dell'Unità Operativa di Ostetricia dell'Ospedale di Sapri, a causa del numero insufficiente di parti annui, inferiore a 500. Dal 1° settembre il reparto ha cessato la sua attività e le emergenze ostetriche vengono ora trasferite presso l'ospedale di Vallo della Lucania, individuato come punto di riferimento.

La decisione ha sollevato il disappunto della CISL Funzione Pubblica Salerno, che in una nota firmata dal segretario provinciale Alfonso Della Porta, dal delegato RSU Gerardo Paradiso e dal coordinatore Area Centro Sud Lorenzo Conte, ha espresso forti perplessità sulla gestione del personale.

«Nello specifico, preme evidenziare che, secondo quanto disposto dalla deliberazione regionale e dalla successiva presa d'atto da parte di codesta Direzione Strategica, a far data 01.09.2025, a causa del basso numero di parti presso il presidio ospedaliero di Sapri, inferiore a 500 per anno, l'unità operativa semplice di Ostetricia è stata chiusa. Pertanto, in caso di urgenza ostetrica, l'utente verrà trasferita a Vallo della Lucania, divenendo il punto di riferimento».

Il sindacato evidenzia inoltre criticità legate alla mancata riorganizzazione del personale: «A tal proposito, e a malincuore, duole constatare che, nonostante la consapevolezza da tempo della chiusura del reparto, nessuna riorganizzazione del personale è avvenuta da parte del capo dipartimento, nonché responsabile del servizio, con la conseguente messa in ferie d'ufficio, a far data dal primo settembre 2025, di tutto il personale ivi operante su rotazione, ma con particolare riguardo a coloro che, per cause non a loro imputabili, avevano accumulato svariati giorni di ferie per esigenze di reparto».

Nella nota si sottolinea anche la mancanza di confronto con le parti sociali: «In aggiunta, preme evidenziare che nessuna informativa è stata inviata in forma scritta alle parti sociali ai sensi e per gli effetti dell'art. 5 del CCNL Sanità Pubblica, né tantomeno risulta avviato alcun confronto ai sensi e per gli effetti dell'art. 6 lettera "andamenti occupazionali", determinando l'instabilità delle relazioni sindacali che dovrebbero invece essere improntate al dialogo e alla partecipazione attiva».

La CISL FP denuncia anche ripercussioni economiche per i lavoratori coinvolti: «Pertanto, e atteso che tale condotta risulta totalmente lesiva, pregiudicando tra l'altro anche una riduzione stipendiale a causa del mancato riconoscimento delle indennità variabili che gli operatori perdono a causa della messa in ferie d'ufficio, la scrivente organizzazione sindacale richiede un urgente intervento autorevole da parte della Direzione Strategica e richiede il confronto sulla materia entro e non oltre 5 giorni, al fine di tutelare tutti i lavoratori interessati, fermo restando la revoca immediata della disposizione di servizio».

Infine, il sindacato avverte: «Si ravvisa che in assenza di riscontro verranno attivate le prerogative sindacali del caso».

Una vicenda che apre un nuovo fronte di tensione tra l'azienda sanitaria e i rappresentanti dei lavoratori, in un territorio già provato dalla riduzione progressiva dei servizi sanitari.

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