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Plastic free, Italia, Unione Europea, bioplastiche

Dal 3 luglio nell’UE banditi gli oggetti in plastica “più inquinanti”: scatta il contenzioso con l’Italia sulle bioplastiche

La legge italiana 53/2021, che ha recepito la direttiva europea, ha escluso dal bando tutte le plastiche usa e getta compostabili, nelle quali l'industria italiana è molto forte. E il nostro Paese chiede che anche le linee guida della Commissione per l'applicazione della SUP facciano la stessa cosa

Inserito da (Maria Abate), martedì 6 luglio 2021 12:05:33

Sabato 3 luglio scatta nell'Unione europea il bando agli oggetti in plastica monouso più inquinanti, quelli trovati più frequentemente in mare e sulle spiagge: piatti e posate (ma non i bicchieri), cannucce, cotton fioc, palette da cocktail, bastoncini dei palloncini, contenitori per alimenti e bevande in polistirolo. I negozi potranno continuare a venderli fino ad esaurire le scorte, poi saranno proibiti del tutto. Il bando è previsto dalla direttiva europea SUP (Single Use Plastic), approvata nel 2019 e recepita dall'Italia con legge nazionale nell'aprile di quest'anno.

Per l'Unione, è un primo passo per ridurre la plastica monouso, quella che spesso finisce sulla terra e nei mari, e continuerà ad inquinarli per secoli. Dalla direttiva SUP, però, restano fuori tantissimi altri prodotti usa e getta, i più diffusi: dalle bottiglie per acqua e bibite ai flaconi di detergenti e detersivi, dalle scatolette alle buste per i cibi. Per i bicchieri di plastica, la direttiva prevede solo una riduzione del consumo. Per cui, il grosso della plastica usa e getta resta fuori dal bando.

Per eliminare tutta la plastica c'è bisogno di tempo, grossi investimenti, e soprattutto di un cambiamento culturale: detersivi alla spina, borracce, imballaggi in carta o bioplastiche. E proprio sulle bioplastiche, e sulle alternative alla plastica monouso, annuncia Rainews, è nato un contenzioso fra l'Italia e la Commissione europea, che però è in via di soluzione.

Infatti, la direttiva SUP non fa distinzione nel suo bando fra oggetti in plastica tradizionale (quella prodotta dal petrolio e non biodegradabile) e oggetti in plastiche bio: prodotte da materie prime naturali come il mais, biodegradabili nell'ambiente e compostabili (cioè trasformabili in fertilizzante compost). La legge italiana 53/2021, che ha recepito la direttiva europea, ha invece escluso dal bando tutte le plastiche usa e getta compostabili, nelle quali l'industria italiana è molto forte. E il nostro Paese chiede che anche le linee guida della Commissione per l'applicazione della SUP facciano la stessa cosa.

L'altro motivo di scontro fra Roma e Bruxelles riguarda la carta plastificata, quella ricoperta da un sottile velo di plastica (meno del 10% del peso totale), usata per piatti, bicchieri e imballaggi. La direttiva non ne parla, ma le linee guida (approvate a maggio) estendono il bando anche a questi oggetti. L'Italia è un grosso produttore di carta plastificata, e l'allargamento del divieto a questa avrebbe messo in crisi la nostra industria cartaria. Il contrasto però dovrebbe rientrare. Dopo un colloquio fra il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, e il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, la Ue ha dato ragione alle obiezioni dell'Italia, e si è impegnata a rivedere le linee guida della direttiva nel senso richiesto dal nostro governo.

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