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Salerno, l'ospedale "Ruggi" verso la vendita dei beni del Marchese: frutterebbero 814mila euro

Sulla questione si è espresso Mario Polichetti, sindacalista della Uil Fpl provinciale: «Ben venga la vendita del tesoro del marchese. Ma che quei soldi servano davvero a qualcosa».

Inserito da (PNo Editorial Board), mercoledì 25 gennaio 2023 15:36:03

L'Azienda Ospedaliera Universitaria "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona" intende mettere in vendita 14 cespiti rientranti nel complesso di Palazzo Ruggi, la dimora storica di Salerno dove hanno sede anche alcuni importanti uffici, come quello della Soprintendenza, che il marchese Giovanni Ruggi d'Aragona lasciò agli allora "ospedali riuniti" con il testamento del 2 luglio 1870.

Infatti, come si legge nella delibera firmata dal dirigente generale Vincenzo D'Amato, alcune proprietà «non risultano produttive di reddito ma alimentano costi per l'Azienda».

Il marchese Ruggi D'Aragona aveva posto il "divieto perpetuo di alienazione" delle proprietà lasciate in eredità, ma il notaio Aniello Calabrese, dopo la sua analisi, è giunto alla conclusione che la clausola posta dal marchese «non può essere ritenuta valida - si legge nella delibera - in quanto il limite temporale massimo di validità è venuto a mancare e, nel contempo, fa rilevare che è avvenuta la costruzione di un ospedale a servizio della popolazione della città di Salerno, in tal modo è stata esaudita la volontà del testatore».

La vendita degli immobili di via Tasso frutterebbe all'Azienda Ospedaliera 814mila euro.

Sulla questione si è espresso Mario Polichetti, sindacalista della Uil Fpl provinciale: «Quei beni possono servire effettivamente a poco e dunque è giusto monetizzare. Se i pareri richiesti dall'Azienda e le ultime disposizioni ministeriali portano su questa strada, dunque, si faccia presto. Ma il denaro deve essere utilizzato per investire in infrastrutture e personale. Trovo inaccettabile sapere che un ospedale all'avanguardia come quello di Salerno, almeno su certi aspetti, non abbia a disposizione dei reagenti per fare i test utili alle vittime di violenza. Sapere che non si hanno a disposizione i reagenti per sapere se uno ha assunto a sua insaputa la droga dello stupro è una vergogna italiana. Dunque, ben venga la vendita del tesoro del marchese. Ma che quei soldi servano davvero a qualcosa».

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