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Tu sei qui: Flusso di CoscienzaFase Due: la ripresa. Le città "metafisiche" del post Covid-19 vivono di diffidenza e sfiducia
Scritto da (Maria Abate), venerdì 15 maggio 2020 19:42:42
Ultimo aggiornamento venerdì 15 maggio 2020 19:42:42
Di Gabriella Ippolito e Mariarosaria Vitiello
Tutti noi abbiamo aspettato con ansia la fine del lockdown, la fine dei contagi, il parametro R=0 per poter riprendere la vita lì dove l'avevamo lasciata.
Ma non è stato così. I costi della società civile sono stati altissimi, e non parliamo delle morti per Covid, oppure dell'emergenza economica, ma delle conseguenze che ha sulla popolazione attiva il fenomeno dell' isolamento sociale.
Stress, panico, ansia, sono solo alcuni degli effetti post-covid. Intere generazioni di adolescenti hanno perso la spensieratezza della loro età, i giovani sono stati privati dei momenti più belli, quelli da passare con i coetanei, le risate, gli scherzi delle gite scolastiche, la notte prima degli esami.
L'isolamento sociale ha acceso ancora di più l'attenzione su tutti i tipi di abusi domestici. E' proprio sulla violenza che vogliamo porre attenzione. E' di poche ore fa la notizia di violenza subita da un'infermiera dopo il suo turno di lavoro in centro a Napoli ad ora di pranzo in una città deserta. Questo è l'allarme angosciante. Il covid ci restituisce delle città deserte.
Diffidenza e sfiducia fanno da padrone nella nostra vita quotidiana. Non sottovalutiamo questo allarme, non facciamo in modo che le città diventino città metafisiche abitate da manichini senza anima. Città che non sono più città.
Capita anche nella nostra bella Salerno di essere seguite, in pieno giorno, in macchina o a piedi in centro, sul lungomare o sul corso principale, da sconosciuti che solo la presenza delle Forze dell'Ordine ha scoraggiato da chissà quali intenzioni.
Le considerazioni sul virus e sulle terapie le lasciamo ai medici ed agli scienziati, noi ci occupiamo della nostra sopravvivenza come genere umano. Forse non sono più notizie, però è bene saperlo.
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