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Cronaca

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Green pass e libertà, per l'avvocato Di Lieto la Costituzione contempla un «interesse superindividuale»

Il Green Pass, ovvero l’obbligatorietà della vaccinazione anti Covid-19 per svolgere le più svariate attività quotidiane e finanche per lavorare, è ritenuto incostituzionale dai manifestanti "no-vax". In merito a un argomento così delicato si è espresso l’avvocato di Minori Giovanni Maria Di Lieto

Inserito da (Maria Abate), venerdì 29 ottobre 2021 11:58:28

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Il Green Pass, ovvero l'obbligatorietà della vaccinazione anti Covid-19 per svolgere le più svariate attività quotidiane e finanche per lavorare, è ritenuto incostituzionale dai manifestanti "no-vax" che da giorni stanno protestando nelle strade e piazze di tutta Italia.

In merito a un argomento così delicato si è espresso l'avvocato di Minori Giovanni Maria Di Lieto, in un articolo pubblicato ieri su affaritaliani.it, che nel prendere in esame l'articolo 32 della Costituzione, puntualizza che è vero che «il trattamento sanitario non può essere imposto a nessuno, se non per disposizione di legge», ma è anche vero che «la salute non è soltanto un "diritto dell'individuo", ma è anche un "interesse della collettività"».

Pertanto, spiega l'avvocato, «l'importanza anche "collettiva" della salute può talora giustificare trattamenti sanitari obbligatori, come per esempio, nei casi strettamente previsti dalla legge, l'obbligatorietà di alcuni vaccini. Lo ha riconosciuto recentemente la Corte costituzionale, respingendo il ricorso della Regione Veneto, che aveva appunto censurato la obbligatorietà dei vaccini previsti dal cd. decreto Lorenzin 73/2017 (Corte costituzionale n. 5/2018, sentenza Cartabia). In particolare, la Corte costituzionale ha stabilito che la legge impositiva di un trattamento sanitario non è incompatibile con l'art 32 Costituzione se il trattamento sia diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri».

Chiarito questo concetto, c'è da notare una differenza, osserva Di Lieto, «tutti i vaccini anti-Covid erano stati autorizzati dall'Ema con una procedura speciale detta "autorizzazione condizionata" al commercio, cioè con una procedura abbreviata che non fornisce le stesse certezze scientifiche dall'autorizzazione standard».

Secondo l'illustre giurista Alessandro Mangia, "per imporre un obbligo vaccinale generalizzato si dovrebbe attendere il passaggio dall'autorizzazione condizionata all'autorizzazione standard, per usare il linguaggio dell'Ema. Altrimenti si rischia di imporre un obbligo fondato su basi scientifiche incomplete e provvisorie. Con tutto quel che ne verrebbe in termini di responsabilità e di indennizzi. Oltre che di credibilità di chi introducesse tale obbligo".

«Il quadro - osserva Di Lieto - è di recente cambiato. La Food and Drug Administration, l'organo che gestisce la valutazione dei farmaci negli Usa, ha dato l'approvazione completa e definitiva al vaccino anti Covid della Pfizer. Fino a questo momento il siero era stato usato con un'autorizzazione d'emergenza ottenuta l'11 dicembre del 2020. La decisione è arrivata dopo gli ultimi dati aggiornati su test clinici, compresi quelli più a lungo termine. È il primo vaccino ad avere l'autorizzazione definitiva, l'approvazione completa. Fra qualche settimana potrebbe arrivare anche per il vaccino Moderna».

Detto ciò, afferma l'avvocato, «se da un lato ci sono la rivendicazione dei propri diritti e della libertà personale, dall'altro ci sono il pericolo pandemia e il rischio contagi. La libertà di ciascuno di non vaccinarsi trova un limite nel diritto altrui a non essere contagiato».

E parla di un «interesse superindividuale» che trova fondamento, innanzitutto, nel principio solidaristico enunciato dall'art. 2 della Costituzione. Secondo Di Lieto, «il diritto di autodeterminazione del singolo deve risultare recessivo rispetto all'interesse pubblico alla tutela della salute nel contesto della grave epidemia in atto».

«Occorrerebbe, nel segno dell'ottimismo della volontà, un nuovo Umanesimo, che ponga al centro dell'attenzione le riforme e/o ancor prima le regole e i principi con i quali debba operare l'uomo nella vita civile, sociale e politica, un uomo - come io la intendo - che sia consapevole dei suoi diritti, ma soprattutto consapevole dei propri doveri», chiosa l'avvocato.

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